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L’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO DEVE ESSERE LAUREATO?

AMMINISTRATORE CONDOMINIALE

08/01/2024 Autore: IMMOBILIARE.IT
L’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO DEVE ESSERE LAUREATO?

Una domanda che spesso si pongono coloro che vivono in condominio o che aspirano a diventare amministratori condominiali è “l’amministratore di condominio deve essere laureato?”.

La figura dell’amministratore di condominio svolge un ruolo cruciale nella gestione delle questioni quotidiane all’interno di un edificio condiviso. Tuttavia, talvolta c’è poca chiarezza riguardo ai requisiti necessari per esercitare questa professione. Vediamo quindi nel dettaglio quali sono le esatte funzioni e mansioni di tale ruolo e le ragioni per cui la laurea potrebbe o non potrebbe essere un requisito essenziale.

Chi sono e da chi sono nominati gli amministratori di condominio?

Prima di addentrarci nel vivo della questione, andiamo ad analizzare brevemente quali funzioni svolge questa figura professionale e quando è prevista la sua presenza.

In Italia, la designazione di un amministratore di condominio è obbligatoria nei condomini con almeno nove proprietari. Questa normativa è stabilita dall’Articolo 1129 del Codice Civile italiano e mira a garantire una gestione organizzata e trasparente delle questioni condominiali in edifici di dimensioni significative. In caso di mancata designazione da parte dei condomini, il giudice può intervenire, anche su richiesta di un singolo condomino, per nominare un amministratore. La presenza di questa figura garantisce una corretta gestione dell’edificio.

Tra le mansioni dell’amministratore condominiale rientrano infatti la supervisione e l’organizzazione delle attività di manutenzione, riparazione e pulizia degli spazi comuni (come il cortile, le scale, l’ascensore, il tetto, i locali tecnici, e così via), nonché l’incarico di raccogliere le quote condominiali dai singoli proprietari relative ai servizi necessari per il funzionamento dell’edificio. Infine, l’amministratore condominiale deve assicurarsi che le norme e le regole stabilite dal regolamento di condominio siano rispettate da tutti gli inquilini.

Quali sono i requisiti di base per fare l’amministratore di condominio?

La professione di amministratore di condominio in Italia è stata oggetto di significative regolamentazioni, con l’ultima riforma risalente al 2013, confermata successivamente dal decreto ministeriale n. 140 del 2014. Queste regolamentazioni hanno introdotto requisiti chiari per coloro che desiderano intraprendere la carriera di amministratore di condominio.

Innanzitutto è necessario essere in possesso dei diritti civili e soddisfare i requisiti di onorabilità stabiliti dall’ordinamento legale. Questo implica che il candidato, che può essere sia persona fisica sia persona giuridica, non deve avere precedenti penali o problemi legali che potrebbero compromettere la sua idoneità a svolgere la professione; il nome del candidato non deve figurare nell’elenco dei protesti cambiari.

Sono questi i primi requisiti richiesti a coloro che vogliano ricoprire il ruolo di amministratore di condominio; nel prossimo paragrafo, esamineremo più approfonditamente i titoli di studio richiesti per intraprendere la professione di amministratore condominiale, offrendo ulteriori dettagli sui requisiti educativi e formativi necessari per svolgere questo ruolo in modo competente.

Che titolo di studio serve per fare l’amministratore di condominio?

La legge prevede che un soggetto che vuole intraprendere la carriera di amministratore condominiale deve essere in possesso di un diploma di scuola secondaria; non vi è però alcun obbligo che preveda che l’amministratore sia laureato. Il professionista in questione è tuttavia tenuto a frequentare un corso di formazione iniziale e a seguire corsi di aggiornamento periodici.

Seppur non sussistano obblighi legali per il titolo di laurea del candidato, nulla vieta ad un’assemblea condominiale di stabilire ulteriori requisiti per la scelta dell’amministratore, sia in termini di formazione accademica che di appartenenza a specifiche categorie professionali. Quindi, un regolamento condominiale può legittimamente richiedere che l’amministratore abbia determinate qualifiche o titoli professionali aggiuntivi rispetto ai requisiti minimi stabiliti dalla legge. A volte, infatti, la scelta dei condomini ricade su professionisti che siano iscritti all’albo degli avvocati o dei dottori commercialisti.

Per rispondere a queste esigenze, alcune accademie hanno iniziato a prevedere apposite formazioni. L’Università Auge, Accademia degli Studi Giuridici Europei, ha infatti deciso di introdurre un corso di laurea triennale per amministratori di condominio, con l’obiettivo di fornire una qualifica professionale a tutti coloro che hanno intenzione di intraprendere questo lavoro.

Non sempre è facile avere un quadro chiaro riguardo la complessa questione dei requisiti per gli amministratori di condominio: bisogna tenere conto delle normative locali e delle specifiche esigenze del condominio. La professione di amministratore di condominio richiede competenze multidisciplinari, e i requisiti possono variare in base al contesto. È importante che i condomini siano informati e in accordo riguardo le proprie esigenze, così da poter scegliere un professionista che ritengano fidato e competente nella gestione del proprio condominio.

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